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Paolo Fabbro, il pittore della luce

La giornata del 18 novembre 2023 ha segnato il culmine del percorso editoriale del libro “Paolo Fabbro, il pittore della luce”, un progetto nato un anno fa e giunto alla sua celebrazione con la presentazione presso la Biblioteca di Bollate. L’emozione che ho provato nel vedere la sala gremita di un pubblico attento e partecipe ha rinnovato in me la convinzione che l’arte e la cultura mantengano un posto vitale nell’interesse collettivo, e che sia nostro dovere perpetuare il dialogo su tali tematiche.

La presentazione si è distinta per un momento di eccezionale condivisione culturale, grazie anche alla presenza di Rachele Brognoli, docente di Storia dell’Arte nei Licei, la cui analisi ha brillantemente contestualizzato l’arte di Fabbro nel tessuto storico e artistico, elevando la sua statura nel panorama dell’arte contemporanea.

Nella redazione di questo volume, mi sono proposto di ritrarre non soltanto l’arte, ma anche l’esistenza di Paolo Fabbro. La sua vita si dipana come un’esemplare narrazione di tenacia, resilienza e impegno verso la propria arte, elementi che spero possano vibrare in modo particolare tra le corde dei giovani. Ho adottato nella scrittura quello che io chiamo il metodo “artigianale”, improntato al lavoro meticoloso e appassionato, per dare vita a un’opera che mi appagasse come scrittore e che al tempo stesso onorasse la complessità del suo soggetto.

Vorrei esprimere sincera riconoscenza verso Youcanprint, editore leader nel self-publishing in Italia, che ha sostenuto con fiducia il mio intento di portare al pubblico la storia di Fabbro, dimostrandosi un alleato insostituibile per noi autori.

Il mio desiderio più ardente è che “Paolo Fabbro, il pittore della luce” tocchi il cuore di un’ampia platea, specialmente quella giovane. L’esistenza di Fabbro si erge a testimonianza che ardore e perseveranza sono le chiavi per superare ogni sfida, un inno all’ispirazione per coloro che si trovano ad affrontare scelte di vita rilevanti, e che forse, grazie a questo libro, potranno orientarsi verso decisioni più sagge.

Il cammino per dar vita a “Paolo Fabbro, il pittore della luce” si è rivelato un’appagante avventura di scrittura e di esplorazione artistica. Quest’opera rappresenta il mio tributo ad un pittore eccezionale e vuole lanciare un appello al coraggio e alla determinazione nel perseguire i propri sogni.

Qui di seguito il testo che ho scritto e letto come introduzione all’evento di ieri mattina:

“Signore e signori, buongiorno.

In questa giornata, sotto la luce soffusa di questa sala, un luogo che oggi diventa testimone di storie e di sogni, desidero condividere con voi tre riflessioni, tre tappe di un viaggio che, come ogni viaggio, ha avuto i suoi incroci, le sue pause, le sue accelerazioni.

La prima riflessione riguarda una domanda che molti di voi mi hanno posto, una domanda che si annida nei corridoi della curiosità: come ho fatto a convincere il maestro Paolo Fabbro a intraprendere questo progetto, a lasciarsi raccontare in un libro? La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo. Gli ho proposto un accordo, un patto che aveva la bellezza della libertà: avrebbe potuto, in qualsiasi momento, decidere di non proseguire. Se avesse scelto di fermarsi, questo libro non avrebbe mai visto la luce, sarebbe rimasto un sogno, un’idea sospesa nel tempo. Ma il maestro ha scelto di camminare con me in questo percorso, un percorso fatto di parole, di ricordi, di colori.

La seconda riflessione vi porta dentro le pagine di questo libro. Non è solo la vita di Paolo Fabbro che scorre tra queste righe, ma è un viaggio nella storia di Bollate, nella storia dell’Italia. Dagli anni ’50 ad oggi, ogni pagina è un passo in un viaggio attraverso il tempo, un viaggio che ci mostra come la vita personale di un uomo si intrecci con la storia di una comunità, di una città. È un racconto che va oltre la biografia, è un affresco di un’epoca, di cambiamenti, di evoluzioni, di rivoluzioni silenziose che hanno modellato il nostro presente.

E ora, la terza riflessione, forse la più personale, la più intima. Tre anni fa, in una giornata simile a questa, ero in un letto d’ospedale, e stavo lottando contro il covid. Steso su una barella, con il casco dell’ossigeno come unico compagno, guardavo il soffitto bianco, ascoltavo i suoni ovattati del reparto, pensavo alla vita, alla sua fragilità, alla sua forza. Quell’esperienza mi ha cambiato, mi ha insegnato il valore del tempo, la preziosità di ogni istante. E oggi, qui con voi, sento la gioia profonda di essere ancora qui, di poter condividere storie, emozioni, ricordi. Questo libro, che tengo tra le mani, è più di un insieme di pagine: è un simbolo di resilienza, di rinascita, di vita che va avanti nonostante tutto.

Questo libro parla di Paolo Fabbro, sì, ma parla anche di ognuno di noi, delle nostre lotte, delle nostre vittorie, delle nostre sconfitte. È bello perché racconta di una persona speciale, un uomo che ha saputo guardare il mondo con occhi diversi, che ha saputo trasformare la tela bianca della vita in un’opera d’arte. E se oggi posso dire che sono fiero di questo lavoro, non è per la mia scrittura, ma per la storia che essa racconta, per la vita che essa cattura.

In conclusione, vorrei ringraziare ognuno di voi per essere qui oggi. La vostra presenza rende questo momento ancora più speciale, ancora più significativo. Grazie per aver scelto di condividere con me, con noi, questo pezzo di viaggio. Buona lettura e buon viaggio nelle pagine di questa storia, nella storia di Paolo Fabbro, nella storia di tutti noi.

Grazie.”

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