Categorie
News

Meno scroll, più parole, più bellezza: un’estate per ritrovarsi

In questi primi mesi dell’anno, il mondo dell’editoria italiana ha registrato un segnale preoccupante: un netto calo nelle vendite dei libri, come confermato dai dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori). Ne ho parlato con diversi amici scrittori: tutti notano lo stesso fenomeno. Le librerie sono più vuote, e il pubblico sembra sempre più distratto da altri mondi.

Le cause sono molteplici. In primis, la concorrenza invisibile ma potentissima di Netflix, dei social network, dei podcast. Forme di intrattenimento immediate, veloci, che richiedono un coinvolgimento più leggero rispetto alla lettura. Ma non è solo questione di alternative: è la nostra capacità di concentrazione a essere cambiata, soprattutto nei più giovani. La generazione cresciuta su TikTok si muove per scroll, vive per stimoli brevi e veloci. Anche solo tre minuti di video — come mi ha fatto notare mia figlia riguardo a un mio montaggio per YouTube — possono sembrare “troppi”. E se tre minuti sono troppi, figuriamoci 300 pagine.

Eppure, in questo scenario in continuo movimento, esiste un altro lato della medaglia: quello dell’innovazione, della creatività, della rinascita personale. Io, per esempio, ho abbracciato da tempo il mondo dell’intelligenza artificiale, seguendolo fin dai suoi primi passi. In poco più di un anno, mi ha permesso di realizzare progetti che covavo da tempo: due podcast, decine di video, idee che sarebbero rimaste nel cassetto per mancanza di tempo o risorse. L’AI ha dato un’accelerata formidabile alla mia creatività.

Ma non è tutto oro: questo continuo progresso tecnologico porta anche con sé un’ansia sottile, quella di non riuscire a stare al passo. Nuovi strumenti, nuovi aggiornamenti, nuove possibilità — ogni giorno. Ci si sente come su una giostra che gira sempre più veloce e non si ferma mai. Dove ci porterà? Nessuno lo sa con certezza.

Ciò che mi colpisce di più, però, è il contrasto con la maggior parte delle persone che incontro ogni giorno. Molti non sembrano accorgersi di quanto il mondo stia cambiando. Vivono come se nulla fosse, mentre in realtà nulla è più come prima. Mi chiedo cosa accadrà quando, all’improvviso, si renderanno conto del cambiamento.

Nel frattempo, noi scrittori — quelli che sentono ancora il bisogno fisico e mentale di scrivere — continuiamo a farlo. Non solo per vendere qualche copia dei nostri romanzi (anche se non ci dispiacerebbe), ma perché non possiamo farne a meno. Scrivere è come respirare. È un gesto vitale. Un modo per lasciare traccia, per dare un senso, per cercare quella bellezza ristoratrice anche nei giorni più opachi.

E allora, ecco il mio consiglio per questa estate. Ovunque vi troviate — al mare, in montagna, o semplicemente su una panchina al centro commerciale in cerca di un po’ di fresco — portate con voi un buon libro. Magari di un autore a voi sconosciuto. Ascoltate un nuovo podcast. Visitate un borgo antico, una chiesa dimenticata, un piccolo museo. Salite su un autobus e fate tutto il tragitto da un capolinea all’altro. Lasciatevi sorprendere dal paesaggio, dalle storie che non vi aspettavate.

Una volta all’anno, per restare umani, abbiamo bisogno di rallentare. Di respirare bellezza. Di riempire gli occhi e il cuore non solo con notizie drammatiche e immagini violente, ma con pace, arte, silenzi. E magari, per i più fortunati, con qualche pagina letta sotto il sole.

Buona estate a tutti.